“Retorica biblica” (ReBib)

Collana diretta da Roland Meynet e Pietro Bovati

Anche se le sue radici risalgono almeno all’Ottocento, la cosiddetta «analisi retorica» rappresenta un approccio nuovo ai testi biblici. Prescindendo dalla storia della formazione del testo e dal problema delle sue fonti – comunque sempre ipotetiche -, l’analisi retorica tenta di evidenziare la composizione del testo nel suo stato finale, così come ci è stato trasmesso.

Il primo presupposto dell’analisi retorica è che i testi biblici, nonostante le vicissitudini della loro trasmissione manoscritta, non sono soltanto una raccolta di tradizioni orali, tanto meno una compilazione di brani slegati, ma sono stati composti con grande cura. Gli autori biblici non sono soltanto dei redattori, ma sono autori, nel senso vero e proprio della parola.

Il secondo presupposto della metodologia è che i testi biblici sono governati da una retorica specifica. I libri scritti in ebraico sono stati composti, non secondo le regole della retorica greco-latina, ma seguendo le leggi, sempre meglio conosciute, della retorica ebraica, o più largamente semitica; i libri greci del Primo Testamento, così come quelli del Nuovo Testamento, benché influenzati dall’ellenismo, sono regolati più dalla retorica ebraica che dalla retorica classica greco-latina. Perciò, si può parlare a buon diritto, non solo di retorica ebraica, ma di «retorica biblica».

Il terzo presupposto metodologico dell’analisi retorica è che la forma del testo è la porta principale che apre l’accesso al senso. È vero che la composizione non consente di cogliere, direttamente e automaticamente, il significato. Tuttavia l’analisi formale permette di operare una divisione ragionata del testo, di definire in modo più oggettivo il contesto, di evidenziare l’organizzazione dell’opera ai diversi livelli della sua architettura; per questo si delineano le condizioni che consentono d’intraprendere, su basi meno soggettive e frammentarie, il lavoro di interpretazione, scopo di ogni ricerca di tipo scientifico, che intenda rispettare, attraverso il suo oggetto, il Soggetto che parla.